Questa sezione è dedicata alla relazione che c’è tra il nostro Paese e i dinosauri. La sua lettura è sicuramente consigliata a tutti coloro i quali vogliano addentrarsi nel mondo dei più importanti ritrovamenti paleontologici italiani!

 

Per lunghi anni gli studiosi hanno ritenuto che in Italia non si sarebbero mai trovati resti di dinosauri, in quanto circa 200milioni di anni fa nella zona in cui era situata quella che un giorno sarebbe diventata l’Italia, era collocato un amplissimo golfo di un mare chiamato Tetide che caratterizzò quasi per tutta l’era mesozoica il luogo dove oggi noi viviamo. Di fatto i dinosauri erano rettili quasi esclusivamente terrestri, e la loro diffusione avvenne tra la fine del Triassico (circa 230 milioni di anni fa) per poi crescere nel Giurassico e nel Cretaceo (circa 65 milioni di anni fa). E proprio in queste tre epoche geologiche l’Italia si trovava nella situazione descritta poco fa, prevalentemente sommersa dal mare. Inaspettatamente, però, nel 1940 venne fatto il primo ritrovamento sul territorio italiano per quanto riguarda i dinosauri. Si trattava di un’unica orma fossile ritrovata sul Monte Pisano, datata circa 220milioni di anni: un’orma tridattila tipica dei dinosauri carnivori, più precisamente appartenente a un dinosauro di piccole dimensioni chiamato Grallator (già Coelurosaurichnus toscanus). Questa, fino agli anni ’80, è stata l’unica traccia dei dinosauri in Italia.

Orme di dinosauro, Lavini di Marco

Bisogna aspettare il 1988 prima di fare una delle scoperte più clamorose in Italia. Si tratta dei “Lavini di Marco”, a Rovereto, un affioramento esposto di rocce sedimentarie. Si sa della loro esistenza fin dal medioevo, ma soltanto dopo molti secoli un geologo pensò di rimuovere le zolle di terra ed erba da quelle “buche”, le quali procedevano a zig-zag e in maniera costante. Con tale rimozione si scoprì che si trattava, non di buche ma di orme fossili di dinosauri che avevano camminato sul versante della montagna (allora si trattava di una piana di marea) nel Giurassico ben 190milioni di anni fa. Sono circa un migliaio di impronte attribuite sia a carnivori che a erbivori.
Questa notizia fece il giro del mondo e stimolò i geologi italiani a cercare con occhi diversi le tracce dei dinosauri in Italia. Nel 1999 infatti ecco un nuovo ritrovamento di impronte fossili, ad Altamura (Bari). Si tratta di migliaia di impronte risalenti al Cretaceo.
Non bisogna però dimenticare il primo ritrovamento scheletrico di dinosauro in Italia. Tale fossile fu raccolto nel 1980 da un appassionato di fossili a Pietraroja (Benevento). Costui non si accorse però dell’estrema importanza del ritrovamento, e si dovette aspettare fino al 1993 prima che il ritrovamento fosse reso pubblico. Infatti si trattava di un dinosauro molto piccolo, e nell’immaginario comune i dinosauri erano (e sono tutt’ora) di enormi dimensioni. L’appassionato di fossili dunque non sospettò minimamente di avere ritrovato i resti di un dinosauro.

Lastra con il fossile di cucciolo di Scipionyx samniticus. Foto di Giovanni Dall’Orto

L’importanza di tale ritrovamento si aggiudicò nel 1998 la copertina della nota rivista scientifica Nature, e il dinosauro venne rinominato con un appellativo giornalistico “Ciro”; in realtà il suo vero nome è Scipionyx samniticus. Gli studi ci indicano che l’individuo di dinosauro ritrovato doveva essere morto probabilmente poche settimane dopo essere uscito dal nido. E l’incredibile fossilizzazione degli organi interni (e non solo) ha reso possibile di avere numerosissimi dettagli sull’esemplare e sulla sua biologia.

 

Altri ritrovamenti italiani:

Tra il 1980 e il 1996 fu ritrovato nei pressi di Trieste il più grande e completo rettile preistorico mai ritrovato in Italia. Venne rinominato “Antonio”, si trattava in realtà di un Tethyshadros insularis. Somigliava a un dinosauro “a becco ad anatra”, quindi un Adrosauro. In realtà, gli studi anatomici hanno rivelato che si trattava di un precursore dei più evoluti dinosauri “a becco d’anatra”.
Il terzo e ultimo ritrovamento scheletrico di dinosauro in Italia, venne alla luce a Saltrio (Varese)nel 1996: si tratta del primo grande dinosauro carnivoro italiano, lungo circa 8metri. Tale dinosauro rappresenta una specie nuova per la scienza, per cui è stato nominato Saltriosauro.
Altri ritrovamenti di orme fossili sono stati fatti più recentemente nel 2006 a Sezze e Esperia(province di Frosinose e Latina) che contano diverse impronte di dinosauri medio-grandi e piccoli dinosauri carnivori. Infine, nel 2007 ne sono state ritrovate ulteriori a Coste dell’Anglone.
Naturalmente tutti questi ritrovamenti hanno risollevato la questione accennata nell’introduzione, cioè della sommersione dell’Italia sotto il mare Tetide. Si è iniziato quindi a ipotizzare che, nelle zone in cui sono stati fatti i ritrovamenti, vi fossero degli arcipelaghi di isole. Successivamente si è cominciato ad ampliare maggiormente l’immaginario delle terre emerse italiane del Giurassico inferiore .
Nel 2005 è stato inoltre ritrovato un solo osso di dinosauro, in una grotta di Capaci a Palermo. Tale ritrovamento indica la presenza di terre emerse nel secondo Giurassico che ci porta a ipotizzare una sorta di “passaggio a nord-ovest” per i dinosauri italiani, che piegherebbe verso la Tunisia. Quindi mentre nel Giurassico inferiore i dinosauri italiani sarebbero arrivati dall’Eurasia, nel Cretacico inferiore la situazione si sarebbe rovesciata. Dunque, una situazione molto diversa da quella immaginata negli anni ’90.

Nel 2008, sono state scoperte delle impronte di un rettile risalenti a circa 245 milioni di anni fa! Per la precisione si tratta di un tipo di impronte riferibili al gruppo Chiroterium, ossia “mano di animale” per la loro somiglianza alle dita umane, le quali vengono attribuite a rettili antenati dei dinosauri chiamati Archosauria. La specie più probabile a cui si possono riferire è Ticinosuchus ferox, che evidenzia come si trattasse di uno dei più importanti predatori carnivori attivi dell’ecosistema desertico-tropicale in cui viveva (leggi qui)

Ulteriori ritrovamenti sono stati inoltre fatti in Puglia. L’ultimo, nell’agosto 2013 nei pressi di Bari (leggi qui).

Se avete altre interessanti informazioni non esitate a inviarcele all’indirizzo email info@dinosauriinitalia.it

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3 commenti su Dinosauri italiani

  1. E i dinosauri in puglua con 23 ritrovamenti di orme si dimenticano?

  2. agostino scrive:

    Si, e si dimenticano pure i resti di mammuth, di balena, squalo e pitone preistorico, nonché del cotylorhynchus, quest’ultimo una sorta di varano gigante, tutti dell’isola di Sardegna.

  3. Beh Agostino, nonostante si tratti di ritrovamenti molto interessanti, e nonostante si faccia spesso menzione di tutti i tipi di ritrovamenti fossili, questo articolo è dedicato ai dinosauri. Nessuno di questi lo è. Comunque, se ci fornisci un po’ di materiale, saremo ben felici di pubblicare un articoletto sull’argomento. Inviacelo a info@dinosauriinitalia.it .Grazie per essere intervenuto! ;)

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